Nella notte di San Giovanni si celebrano i riti propiziatori di fortuna e prosperità. Alle origini, una festa pagana, risalente probabilmente alla ritualità celtica, volta a celebrare la natura, che in questo periodo dell'anno raggiunge il suo massimo splendore.
Nelle giornate del solstizio d'estate, quando il Sole raggiunge la declinazione massima tutte le erbe e le piante sulla terra, bagnate dalla rugiada, sarebbero intrise di una potenza nuova. Infatti, veniva chiamata dai celti "Rugiada degli Dei".
Cattabiani nel Florario scrive che la festa di San Giovanni è tradizionalmente la via simbolica della manifestazione che introduce gli esseri nella Caverna Cosmica. Per questo motivo le usanze connesse alla festa hanno la funzione di proteggere il Creato, come per esempio i falò accesi nei campi per impetrare copiose messi, la rac
colta delle cosiddette “erbe di San Giovanni” dalle virtù curative e profetiche, l’esporsi nella notte della vigilia della guazza che avrebbe straordinari poteri.
Come spiega Cattabiani, la relazione della Luna con le acque, la cui influenza è nota anche a livello scientifico, rappresenta spiritualmente, il mondo dell’elaborazione delle forme nello stato sottile, punto di partenza dell’esistenza nel modo individuale.
Il simbolo della Luna è per eccellenza legato alla sfera dell'immagine femminile. E' un simbolo d'intuizione, di fecondità, di purezza ma anche di ombra, di eternità e di luce divina.
La tradizione vuole che vengano raccolte un mix di erbe spontanee: rosa,menta, chiodi di garofano, ranuncoli, camomilla matricaria, artemisia, arnica, verbena,l'iperico, la lavanda, la ruta,la salvia, il rosmarino, l'aglio.
La mattina seguente ci si lava il viso e il corpo con questa acqua in un rito sacro e misterioso tramandato da anni.
Quest'acqua ha il potere di preservare dalle malattie e la malasorte, quindi invocare fecondità e prosperità.
Buona invocazione , Buon rito !
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