La psicosomatica riguarda l’interazione tra Psiche e Corpo. Il corpo rimanda alle nostre
esperienze sensoriali dirette, piacevoli o meno, la
parola psiche è di origine greca e anticamente indicava il principio o la sostanza vitale, in alcuni
casi il carattere personale o il modo di agire.
Freud si avvicinò a questa concezione attraverso i suoi studi sull’isteria, a seguire molti altri
ampliarono tale correlazione come Reich, Lowen, Alexander.
Per Freud il disturbo psicosomatico nasceva dal conflitto tra la ricercata soddisfazione di un desiderio e la presa d’atto della difficoltà o impossibilità di realizzarla.
La psicoterapia che si approccia alla psicosomatica si fonda su un modello teorico che considera
l'uomo come unità somato-psichica, dove i processi psichici consci e inconsci vanno di pari passo
con i processi fisiologici. Il disturbo psicosomatico si definisce come la risposta fisica ad un disagio
psicologico in situazioni di stress emotivo, ansia patologica, paura costante o di forte preoccupazione che possono portare il fisico ad esprimere, sottoforma di campanello di allarme, un
disagio più profondo.
Tale disagio viene manifestato sul corpo attraverso un sintomo o una malattia organica.
Nella psicoterapia analitico-archetipica ogni manifestazione psichica/ psicosomatica viene
considerata come fenomeno, ovvero come manifestazione, di una condizione psicologica di quel momento e non viene combattuta con l’obiettivo di eliminarla. Per cui il sintomo non è sinonimo di qualcosa di sbagliato o negativo da dover eliminare ma è un segnale di una problematica sottostante che richiede attenzione.
Il sintomo inteso come manifestazione di una esigenza e come espressione psichica che non viene mai giudicata come non giusta ma accolta come necessaria in quanto migliore espressione e miglior risoluzione dello stesso.
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