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Il metodo

La mia formazione è di stampo psicodinamico, attraverso la scuola di specializzazione che frequento ho appreso il metodo Analitico Archetipico.
Questo metodo nasce dall’unione della Psicologia Analitica il cui padre è Carl Gustav Jung e la Psicologia Archetipica di James Hillman dando alla luce la Psicoterapia Analitica Archetipica.

Psicoterapia analitica archetipica

La Psicologia Analitica nasce da Carl Gustav Jung, psichiatra, psicoanalista, antropologo e filosofo svizzero, allievo di Sigmund Freud dal quale deciderà di discostarsi dopo un percorso di differenziazione concettuale. Jung riconosce il limite della concezione unilaterale dell’uomo, molto influenzata dal razionalismo ematerialismo che trova radicato nella psicoanalisi freudiana. 

La concezione junghiana mette al centro l’inconscio, la dimensione più profonda dell’uomo, del paziente. L’inconscio oltre ad essere formato da esperienze personali rimosse, è la base della psiche, la struttura immutabile proprio dell’insieme dell’umanità, ovvero l’inconscio collettivo, composto da immagini, gliarchetipi, forme universali di pensiero che emergono alla coscienza attraverso sogni, la religione e l’arteL’inconscio personale racchiude anche i complessi, ovvero insiemi di pensieri ed emozioni che condividono la stessa tonalità affettiva e possono emergere con reazioni psicosomatiche o lapsus.

La concezione junghiana considera la direzione futura dell’individuo e la terapia mira alla scoperta e realizzazione dei bisogni personali più profondi, che lui definisce come processo di individuazione

La Psicologia Archetipica invece nasce da James Hillman, psicoanalista, saggista e filosofo statunitense. Egli condivide con la teoria junghiana l’idea che le strutture fondamentali e universali della psiche sono gli archetipi e che sono in parte modificati da fattori storici. Gli archetipi compaiono nei miti, nei sogni, nelle arti, nelle religioni e proprio da questi prodotti possiamo conoscere e studiare la natura umana. Questa concezione permette di giungere ad una revisione della psicologia, della psicopatologia e della psicoterapia. La psicologia archetipica pone l’immagine alla base dell’espressione della psicheHillman è lo psicologo che predilige l’arte del narrare, del racconto e della sua bellezza. Raccontare storie, sogni e fantasie significa occuparsi della fantasia che opera per immagini.

La psicologia archetipica infatti reputa la terapia come la “messa in scena” della fantasia. Fondamentale per Hillman la narrazione perchè diventando consapevoli del modo in cui raccontiamo la nostra storia, capire che parte recitiamo, scriverla e riscriverla insieme al terapeuta permette di renderlo e riconoscerlo come autentico. Quello che Hillman chiama il “Fare anima”.

La psiche diventa palcoscenico di personaggi e leggiamo ogni idea come espressione di un personaggio che va incontrato, ascoltato e conosciuto profondamente. Il terapeuta si farà madre e padre, attivando ora la madre e l’accoglienza per la storia clinica, i traumi, le deformità e le patologizzazioni, ora il padre come limite, come confine e come responsabilità.

 

Il Sogno sia per Jung sia per Hillman è uno strumento fondamentale nel lavoro terapeutico. Rappresenta la vera espressione della psiche.

Il sogno è costituito da un sistema simbolico che svela l’inconscio, i complessi dell’individuo e della collettività personificandoli affinchè arrivino a dialogare con la coscienza. Il sogno per Jung è svelante, per Hillman è la modalità con cui si manifesta l’anima.

Chi dovrebbe vivere la vostra vita, se non voi stessi?

Dunque vivete voi stessi. 

Carl Gustav Jung

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